Blogosfera, Blogstar, Catepol, cazzeggiando, cronacatepol, Family, personale

Twittercamp: persone non tool…persone!

E fu sera e fu mattino. Primo giorno. Parliamo di mercoledi. Dopo aver consultato orari e combinazioni di aerei, treni, filobus, tram, carrozze a cavallo ecc. sconsolata pensavo di dover rinunciare alla partecipazione al Twittercamp. Poi arriva lui alle 23.00 passate e mi fa "Amore prepara la valigia domani si va a Venezia!" Come domani, domani è solo giovedi. "Certo! O così o mai più..e poi non avevi detto che ti interessava anche il Venetoexpo? Fai la valigia che si va in macchina!" Ah…e trova pure un hotel!! Qualcos’altro???

E fu sera e fu mattino. Secondo giorno. Giovedi. Trovato hotel al volo. (Un po’ di fatti nostri il viaggio: passo a prenderlo sulla via per Melfi, una denuncia di patente smarrita, mangiamo una cosa all’autogrill, distretto calzaturiero delle Marche e acquisto d’impulso un paio di scarpe di una nota casa fighetta e fashion, pit stop a Cesena, bruschette con un’amica, poi la Romea, arrivo a Mestre in hotel a mezzanotte e mezza circa. Stanchissimi. Ma ci siamo)

E fu sera e fu mattina. Terzo giorno. Venetoexpo.

Eccoci grazie al navigatore all’interno del Parco Scientifico e Tecnologico “Vega” di Venezia (nella zona industriale di Mestre), al VenetoExpo, organizzato dall’infaticabile Gigi che tra una spola e l’altra dal palco dove faceva il chair man del convegno al banco registrazioni per vedere se era tutto sotto controllo, ci saluta calorosamente. Intravedo Luca in prima fila e mando SMS a Giuseppe. (Della serie è la prima volta che husband e catepol arrivano in anticipo era da segnalare, lui sa perchè!)

All’interno del convegno i due noti esperti di comunicazione ben conosciuti dalla blogosfera italiana (Luca e Giuseppe insomma) provano a presentare la loro visione dell’economia digitale, dei nuovi modelli di business e dell’impatto sociale delle tecnologie emergenti. Interessanti gli spunti di riflessione degli interventi, soprattutto quelli del vice sindaco di Venezia che sarà presto a Wi-fi libero per tutti. Gran bella cosa.

Vi spaccio un po’ di slides di questi interventi (siamo ancora al venetoexpo, stay tuned che arrivo anche al Twittercamp).

 

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Il programma dettagliato degli interventi lo trovate a questo link. Nel mentre con Buoso si scherzava e si commentava come per semplificare tutto basterebbe Twitter anche per le aziende piuttosto che sistemi enterprise complessi. Ma chi siamo noi per poter dire cosa sia meglio? Nessuno! (da leggere con la intonazione di Fiorello). Ci siam fatti anche due chiacchiere informali e abbiamo approfittato del buffet. Che potevamo volere di più?

Poi Gigi ci ha consigliato di trovare un attimo per visitare Venezia. Non ce lo siam fatti ripetere due volte. E siam fuggiti via.

E fu sera e fu mattino. Quarto giorno. Il  Twittercamp. Finally.

Checchè se ne dica, noi stavamo là dalle 9.00. Abbiamo dato una mano al banco registrazioni, abbiamo cominciato di buon’ora a chiacchierare e conversare, ci siam messi a sentire insieme al pubblico presente gli interventi del Teacherday, abbiamo aspettato e salutato chi arrivava piano piano alla spicciolata. E’ vero sembrava ci fosse poca gente, l’ambiente era troppo grande e dispersivo, però alle 11.00 sia i relatori sul palco sia il pubblico presente a macchie tra le tante sedie, era nel vivo dei discorsi.

 

 
Insegnanti, imprenditori e formatori si incontrano in un Barcamp sul tema "La Scuola che funziona". E così è stato.
 
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Poi è toccato a "nonno" Luigi Bertuzzi e la sua Scuola Liquida. Si è parlato tra le altre cose di nativi digitali, insegnamento e formazione. Siamo state coinvolte anche io e Formanova e microfono in mano siamo intervenute. Le slides di Luigi direttamente sul suo blog. (Solo perchè mi fa le bizze l’embed non so perchè)

Altro intervento: Egon Guastaldelli sulla community basata su Ning di G. Marconato "Orientamenti e disorientamenti".

Poi è toccato a Fabrizio Pivari. Di cui la prima parte dell’intervento è stata molto interessante. Poi devo dire la verità: ci si è allungati troppo con le domande e le risposte agli interventi provenienti dal pubblico e si è persa un po’ la cognizione del tempo.

Infatti, eccoci giunti alla pietra dello scandalo, quella che ha fatto anche urlare qualcuno che i tempi non si rispettano, che non avveniva nulla, che il Twittercamp non era neanche cominciato, che forse era meglio andarsi a fare un giro per Venezia anzichè annoiarsi…

Infatti nella lungaggine delle domande e risposte a Pivari mi son palesata dietro anche io. Dietro intendo non i sala dove stavo fino a quel momento ma in zona registrazione buffet.

Veniamo agli orari. meno male che c’è Twitter che mi viene in aiuto a testimonianza. Ecco guardate l’orario dei miei Twits (leggere l’immagine dal basso verso l’alto):

E poi ancora durante l’intervento di Pivari:

E guarda caso lo stesso Pivari ha proprio detto che il problema è che ci parliamo sempre fa noi. Solo che anche di questo noi (vedi alla voce blogosfera italiana) abbiamo diversi concetti. E ognuno di noi erige il proprio punto di vista quale confine del mondo.

Tra mezzogiorno e le 14 effettivamente è successo poco. Se intendiamo con questo è successo poco Barcamp. O meglio secondo me è successo tanto Barcamp invece.

Ha ragione Metakappa quando dice che forse:

L’un-conference che ho visto la mattina e’ stata tenuta da qualcuno che certamente aveva piu’ esperienza della media dei presenti, ma che pero’ non l’ha testimoniata; le valutazioni sono state ridotte ad alcune parole slogan, che come tali hanno generato reazioni di pancia nella platea, non di testa; le riflessioni sono state appena accennate e subito presentate alla platea come domande aperte sull’ignoto; la presentazione stessa era certamente informale, ma direi che ha proprio contravvenuto sistematicamente ad ogni elementare regola di comunicazione chiara efficace ed avvincente. Conseguenze sono state un generale disorientamente sui temi trattati, uno scarso dibattito in aula, una noia mortale.

Ha ragione, perchè a me le tematiche proposte interessavano. Ai Twittercamperisti un po’ meno. Dicevo di quelle due ore in cui si è chiacchierato informalmente per capannell (che brutta cosa…diciamo che si è chiacchierato per gruppetti informali che si costituivano man mano che salutavo e conoscevo di persona tanta gente)Si è parlato di Twitter, Meemi, BlogBabel – ma pensa te – pranzo, interventi ecc.). Non chiedetemi con chi si è parlato di cosa però perchè nel frattempo il bicchier di vino faceva il suo corso (ed aggiungo ero anche senza caffeina in corpo).

C’erano in ordine sparso (e con la consapevolezza che le sfuggirà qualcuno tra i 94 partecipanti registrati – escludendo quelli che se la son data a gambe mooolto ma moolto prima del mio intervento che ricordo si è tenuto ore 14) @mbg e @manfrys, @matteo @miketrevis @vibes, @stefigno e @dania, @Kokopelli, Enrico e crocchetta, Roberto, Metakappa, Gigi, Formanova, Husband, i googlisti... (chi c’era e no ho linkat lo segnalasse nei commenti please che un link non ve lo nego e ricordatevi che col mio link risalite la classifica. Come dite? Non esiste più la classifica? Vabbè vi linko uguale!!). Aggiungo Mike Trevis e Oskar e… dulse (http://dominolisa.blogspot.com) e D4rkr0w (http://twitter.com/d4rkr0w) e darkrow.net , Vibes, aEnima, e frab, e…

E ci son stati gli interventi. E ci son state le interviste e ci son state le persone. E ci son stati quelli che non si son mossi dal banco computer dove han preferito passare il Twittercamp, e c’è chi ha fatto giocare i bambini, chi si è dato alla cicchetteria, chi allo spriztime, chi alle chiacchiere, chi al reparto fumatori esterno, chi alle macchinette del caffè al piano superiore.

Abbiamo vissuto la giornata come abbiamo voluto e in compagnia di chi abbiamo voluto. Facendo dele conference (ok contestabilissime al mattino) e delle un-conference al pomeriggio. C’è chi non se l’è sentita alla fine di fare il suo intervento, chi non lo doveva tenere ed alla fine lo ha tenuto lo stesso…

Dopo tutto un barcamp è free da tutte le regole che invece son solite delle conferenze e dei convegni. Io ho spostato il mio intervento dalle 12.30 alle 14.00 perchè uno avevo fame, due ho cazzeggiato diversamente, tre Pivari stava ancora parlando e non era rispettoso.

Le blogstar, quelle è vero, non ce n’era una neanche a pagarla. Come dite? le pagano di solito per presenziare queste giornate? Ma LOL!!! Il fatto che non m’abbia pagato nessuno per dire quello che penso nei commenti ai vari post sul Twittercamp ve la dice lunga sul mio essere blogstar. Eh già!

Aggregare persone è anche, invece, una giornata senza vincoli reali come questa che abbiam trascorso…certo non c’erano i soliti noti della blogosfera italiana, ma poi come se le conversazioni sul microblogging e su tutto il resto non si potessero fare tra le 94 persone che c’erano. Molti là per capire al di là di tante menate e al di là del nostro linguaggio per soli adepti che tante volte utilizziamo pensando che tutti sappiano cosa è Twitter, cosa è un blog, cosa è il web semantico, cosa sono i feed e i tag eccetera.

C’erano 94 persone. In carne ed ossa. Alcuni con un prolungamento a forma di portatile, di macbook o di blackbarry. Ma c’erano.
Ci son le foto, i video, i twit dei presenti ecc ecc ecc

Insomma chi ha avuto voglia ha parlato e ascoltato, ha partecipato e chiacchierato con o senza microfono in mano.

Chi non ne ha avuto voglia, chi a socializzazione dal vivo sta messo a zero (bè queste son caratteristiche della personalità non ci si può far nulla), chi pensava di trovare e poi non ha trovato, chi voleva semplicemente avere una scusa per farsi un giro per Venezia…Tutte persone. Tutti volti che mi son passati davanti, tutte persone con cui ho provato a scambiar 4 parole.

Ecco il vero Twittercamp. Ecco quello che conta. Non il contenitore (criticabile, migliorabile ecc. io stessa le critiche al caro gigi le ho fatte, mica cavoli).

E il fatto che Gigi mi abbia detto "Cate fai quello che vuoi, quando vuoi, dove vuoi col tuo intervento, questo è un barcamp dopo tutto" alle mie rimostranze sul come dove quando organizzarci al di là dell’attaccare post it non l’ho preso certo come una mancanza di organizzazione anzi…i Barcamp si fanno così! E infatti mi sono organizzata. E’ bastato mettersi ad armeggiare con portatile e proiettore e tutti là a sentire (da vicino o da lontano) quello che avesse da dire catepol e dopo di lei @Kokopelli, Enrico e dopo l’ìintervento sull’pensource (che confesos ho snobbato perchè volevo alzar le chiappe e farmi uno spriz anche io dopo tutto).

Certo è che tutti aspettavano la "rompighiaccio" per gli interventi. O la pancia piena. Che dà tanta sicurezza in più. O la pancia piena e un bicchier di vino.

In quanto a scambiare idee, cazzeggiare, conversare del più e del meno o dei grandi sistemi, di Twitter e Meemi, di microblogging come di BlogBabel, di blogstar presunte e di bogstar sedicenti, del tempo, trovare nuovi spunti, nuove idee, conoscere persone nuove o riconoscere quelle già conosciute anche solo virtualmente, ridere e scherzare sembrando che ci si conoscesse da tempo ecc. ecc.

Ecco il Twittercamp queste cose le ha avute tutte. E anche di più.

E la cosa più bella l’ha detta husband (il vero profano della giornata, colui che non ha un blog, non sia mai Twitter vade retro, la mail la controlla ogni due giorni se mi volete non un SMS ma chiamatemi al cellulare che neanche gli SMS leggo)…

Appena è disponibile il video sentirete che dice nell’intervista.

In buona sostanza ha visto una relazionalità ed una socialità tra noi positiva, come di vecchi amici che si conoscono da una vita, come gente che vuole costruire relazioni positive. Insomma gli siam piaciut. Tant’è che darà una mano all’organizzazione del MateraCamp. Perchè no, in lucania nessuno si dovrà permettere di non sentirsi accolto.

Ci si vede a Matera il 3 maggio insomma!!!

PS Per dovere di cronaca dopo ci siam fatti un giro per Venezia e un Barcamp ai tavolini di un bar con Vibes, Aenima e gli altri (datemi nei commenti nome e link please…)

PS 2 per dovere di cronaca e per tirarcela un po’ aggiungo anche che al termine del twittercamp si è tenuta una PRESTIGIOSA cena a casa @gigicogo per soli VIP. Il contenuto segretissimo delle conversazioni là intrattenute non verrà mai divulgato. Sapevatelo.

16 thoughts on “Twittercamp: persone non tool…persone!

  1. oskar grazie del commento che ti aggiungo il link e anche a miketrevis…ditemi voi chi manca. Ho fatot la trottola realmente so di aver parlato con tutti…dai che vi linko

  2. Ecco adesso tutti sanno che andiamo a cena assieme 🙂
    Vaglielo a spiegare tu che la nostra sintonia nasce dalla comunità di vedute e di prospettive.
    p.s. c’è Ricky con la trottola in mano tutto il giorno 🙂

  3. gigi pensavo…vaglielo a spiegare a husband e a tua wife che andiamo a cena insieme. Comunque shhhhhh il contenuto delle conversazioni della nostra cena VIP deve rimanere segretissimo….

  4. Ottima recensione 🙂 e soprattutto ottima giornata, come hai più volte sottolineato è stata una giornata fatta di persone.  Forse qualcuno, io, si è un po’ isolato attacandosi al pc, ma mi sono comunque divertita non essendoci "imposizioni" di sorta.
    L’unica pecca: nelle retrovie si faticava a sentire gli interventi del pomeriggio. Consiglio un microfono per le prossime volte 😀
    Lisa

  5. Ma hai un server tuo privato e una terza vita parallela .. ??
    Come cavolo fai a produrre e gestire questo mare di cose .. ??
    La situazione del primo mattino .. Teacher’s Day .. ha avuto l’aria di essere un po’ sgonfia ma .. credo abbia seminato un germe di conversazione con qualche possibilità di evoluzione .. Cioè, a parte l’intervento di Pivari, il contributo degli altri e mio era forse orientato più a mettere le basi per un seguito .. che a generare un dibattito sul momento.
    A proposito del tuo
    .. "nonno" Luigi Bertuzzi e la sua Scuola Liquida ..
    c’è da citare Daniele "Mentelab" Pauletto .. come fonte del tema La Scuola Liquida.
    Chiarirò la situazione nel mio post riepilogativo .. quando riesco a finire di leggere e commentare.
    Ciao da Nonno "@baretootsy" Luigi

  6. bellissimo report, ora so del twittercamp anche quello che non ho potuto vedere

    da quando ti ho salutato sabato sera stringendoti la mano, non ho piu’ lavato la mano destra 😉

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