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[Recensione] Tutto ciò che fa male ti fa bene – Steven Johnson

E non è un altro post suoceresco. O una frase del nonno o un consiglio di mamma.

Ma un libro che ho letto in questi giorni.
La televisione, i videogiochi, Internet… fanno male ai figli? Luoghi comuni che sembrano molto duri a morire anche se il dato di fatto, la novità, è che le nuove generazioni sembrano essere molto più intelligenti di venticinque anni fa. Steven Johnson prova a dimostrare come l’effetto di alcuni videogiochi (i più venduti) e di alcune serie televisive (le più guardate) abbiano sul nostro cervello un effetto  estremamente positivo in termini di capacità e intelligenza attivata. Le neuroscienze, l’economia e la teoria dei media, sapientemente mixate nel libro da Johnson, provano a dimostrare come quanto viene considerato ‘spazzatura’ dei media, possa invece, e in che modo, potenziare la vivacità dell’intelligenza dei bambini che con questi media passano molto del loro tempo.
Per meglio comprendere il libro e la così descritta “Curva del dormiglione” su cui poggia quanto Johnson scrive, occorre richiamare il film di Woody Allen ‘Il dormiglione’ nel quale un uomo si risveglia dopo circa 200 anni accorgendosi che molte delle cose che erano state demonizzate ai suoi tempi, in realtà si sono poi rivelate essere elementi fondamentali nel progresso umano.
Risvegliatosi dopo molti anni, nel 2173, il protagonista si accorge che gli scienziati non avevano capito i benefici nutrizionali di torte di creme e merendine. Noi crediamo le merendine dannose quanto la tv: fanno male. Ma le convinzioni si possono capovolgere se si riesce a dimostrare il contrario.
La Curva del dormiglione aiuta a spogliare molti luoghi comuni, le colpe della società non ricadono solo sui media anche se la sensazione è di aver consumato una tv priva di sfumature, che circuisce lo spettatore stupefacendolo in ognimomento. Con la TV, i  videogiochi (da «Tetris» a «The Sims») e le offerte del Web: un numero impressionante di persone, una grande quantità di stimoli che hanno accresciuto la media del quoziente d’intelligenza. Una tempo i percorsi del sapere erano  prerogativa di pochi fortunati, ora complessi cammini logici sono racchiusi in giochi elettronici o telefilm quali CSI o LOST.

Poco spazio è dedicato al Web. Molto di più alla TV che risulta essere la parte più affascinante. Sono presi in esame gli schemi narrativi dei racconti televisivi classici, tipo Starsky & Hutch, e confrontati con “Hill Street giorno e notte” di Steven Bochco del 1981, la serie che ha introdotto la convenzione narrativa delle trame multiple, prendendole a prestito dalle soap più popolari.

Noi ora ci troviamo ad essere spettatori felici di Twin Peaks, O.C., X-Files, Dawson’s Creek, Sex and the City, C.S.I., NYPD, Six feet under, Soprano, Buffy, Ally McBeal, Lost, Desperate Housewives, I Simpsons senza aver più bisogno di essere preparati alla trama multipla, che per noi è la normalità. Lo sforzo cognitivo che le generazioni precedenti  non hanno  affrontato:  anni e anni di tv sempre più complessa hanno affinato le nostre capacità cognitive e accresciuto il nostro quoziente intellettivo.
«Come in quei videogame che obbligano a imparare le regole durante il gioco, parte del piacere offerto da queste narrazioni televisive moderne deriva dallo sforzo cognitivo richiesto per completare i dettagli».
E lo spettatore che ci guadagnerebbe? Il piacere non è, infatti, nel vedere cosa fanno i partecipanti ma come si orientano. Valutiamo lo stato corrente delle regole e immaginiamo come avremmo fatto noi. Più che vedere cosa succede si immagina come si sarebbe reagito a quello che accade…

Da leggere.

2 thoughts on “[Recensione] Tutto ciò che fa male ti fa bene – Steven Johnson

  1. io ti farei santa solo per quanto mi fai sorridere e per quanti consigli dispensi a destra e a manca senza (forse) accorgetene più di tanto, tu pensa.. :))))))))

  2. quando si dice la tivù rende stupido non credo ci si riferisca a questo.. insomma.. a me mia madre non diceva: “Smettila di affinare le tue capacità cognitive attraverso i complessi cammini logici dei Simpsons…”. La lamentela dei genitori è più che altro rivolta in un altro senso: una persona intelligente prende buoni voti a scuola; guardando troppa tivù (ma anche giocand ai videogiochi o leggendo Kierkegaard) il fanciullo tralascia lo studio impostogli dalla scuola.. ergo il fanciullo in questione prende brutti voti e quindi non è da considerarsi intelligente… il problema non è qundi se la tivù renda veramente stupidi, ma piuttosto cosa si intende per stupidità…

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