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Amicizia prof alunni su Facebook (di nuovo?)

Sull’argomento scottante “Amicizia professori e alunni, Si o No” avevo già scritto nel caso di un’altra circolare di un Preside.

Leggo sul blog di un’altra prof, laprofonline, e sul Messagero Veneto che

Il preside dell’Isis Malignani, Aldo Durì, vieta le amicizie sui social network tra studenti e insegnanti e minaccia provvedimenti disciplinari.

Ci risiamo.

«Trovo insopportabile e disdicevole vedere mescolate, nei profili di alcuni insegnanti sui social network, le amicizie più diverse. Tra i contatti convivono adulti, parenti, adolescenti e studenti che frequentano le classi di quegli stessi insegnanti. Dal punto di vista deontologico è una cosa oscena. Ci sono distanze che vanno rispettate così come la diversità dei ruoli che è necessario mantenere in classe e fuori dalla scuola».

Traduco io così:
“Trovo insopportabile e disdicevole vedere mescolate, TRA GLI SCAFFALI DI UN SUPERMERCATO dove alcuni insegnanti VANNO A FARE LA SPESA, le amicizie più diverse. Tra i contatti INCONTRABILI AL SUPERMERCATO convivono adulti, parenti, adolescenti e studenti che frequentano le classi di quegli stessi insegnanti. Dal punto di vista deontologico è una cosa oscena. Ci sono distanze che vanno rispettate così come la diversità dei ruoli che è necessario mantenere in classe e fuori dalla scuola.”

Esatto, avete capito bene. Luogo pubblico per luogo pubblico è esattamente la stessa questione.

Nel momento in cui un professore, a causa di una condotta non conforme alle richieste della scuola, metta a rischio il prestigio dell’istituzione e la sua autorevolezza professionale creando rapporti ambigui, confusi e inopportuni dal punto di vista educativo con i ragazzi, ne risponderà personalmente.

Vi rendete conto? Proprio l’altro ieri sono andata al parco a camminare. In tuta. Abbigliamento disdicevole e privato per una prof. Non ho incontrato un alunno e un genitore? Non mi sono messa a parlarci cordialmente, seppur in tenuta ginnica? Ho creato un rapporto ambiguo, confuso e inopportuno?
Di cosa dovrei rispondere?

Esatto, avete capito bene. Luogo pubblico per luogo pubblico è esattamente la stessa questione.

Il Dirigente Scolastico Aldo Durì non ha tutti i torti, sia chiaro.
Posso concordare con quello che dice alla fine dell’articolo su Messaggero Veneto, siamo sempre degli educatori. Su facebook, come al supermercato, come a camminare in tuta al parco, ovunque.

«Si sono verificati episodi a dir poco spiacevoli. Una persona non può scendere dalla cattedra e dare giudizi inopportuni pubblicamente sul preside e sui colleghi. Da un punto di vista deontologico è inaccettabile. Questo mi ha spinto ad intervenire con urgenza. Invito i docenti ad un utilizzo estremamente cauto dell’accesso ai social network diffusi nel web, che sia soprattutto rispettoso delle norme deontologiche professionali e del ruolo di educatore che ogni insegnante riveste. Sconsiglio nel modo più fermo l’apertura del proprio profilo ad amicizie eterogenee, che comprendano contatti privati con alunni, tanto più se minori. Rapporti di amicizia con studenti sono ammissibili solo nell’ambito di gruppi espressamente dedicati all’effettuazione di progetti o ricerche o attività scolastiche. E’ bene che tutti si adeguino a queste disposizioni prudenziali di comportamento nell’interesse della tutela di una corretta relazione docente – discente che non può essere paritaria».

Un paio di mie considerazioni.

Il concetto di amicizia su Facebook non è amicizia ma far parte di una rubrica di contatti. Proprio come quella del telefonino.

La vita online è parte integrante della vita delle persone, che siano prof o alunni.

E’ necessaria la consapevolezza del mezzo che si sta utilizzando.

Bisogna conoscere come funziona esattamente lo strumento.
Occorre dedicare mezz’ora della propria vita sui social per capire come impostare la propria privacy e come far vedere esattamente ciò che vogliamo a chi vogliamo.

Facebook o altri social network sono strumenti di comunicazione potentissimi e, si, certo, se si ha voglia di parlar male di qualcuno o della scuola, offrono spazio.

Non è disdicevole avere tra i propri contatti gli alunni, per un prof.
Il problema descritto dal Preside Durì non sarà un problema solo su Facebook. Quei docenti potrebbero avere un comportamento disdicevole anche nel quotidiano.
Il problema è nell’adulto, allora, che dovrebbe essere molto più consapevole dell’alunno, nell’uso.

E invece. I ragazzi sanno come impedire la vista delle loro cose a chi vogliono. Se non lo fanno, se mettono tutto in piazza sui social, è perchè hanno capito di avere un bel palcoscenico e una bella cassa di risonanza a disposizione.

Occorre osservare bene comportamenti e relazioni, su Facebook come altrove.
Il professore non è un amico, né un confidente ma un educatore. Sempre e comunque.

Come scrivevo allora, il piano su cui spostare la riflessione è sempre la Formazione dei formatori.

Non è questione di vietare o non vietare relazioni di amicizia su Facebook tra docenti e alunni. E’ questione di capire come dovrebbero rapportarsi i docenti in una relazione in primis sociale, poi didattica, che include, a qualunque livello, anche i social network e quindi l’interazione online attraverso mail, chat, social network ecc.

Un docente deve operare sempre secondo ben precisi standard comportamentali e presentarsi quindi sempre all’esterno come professionista dell’educazione e quindi modello per i ragazzi.

Aggiungo: ed essere sempre se stesso. In classe, come online.

La “confidenza” e l’accesso alle nostra vita privata siamo noi a regolarlo, alemno su Facebook. Perchè al supermercato sarà difficile determinare chi incontrare o meno, soprattutto se andiamo anche a far la spesa in tuta o con la pinza nei capelli. No?

Vi rimando sempre al post precedente dove ho ben spiegato cosa penso dell’amicizia Prof Alunni su Facebook.

6 thoughts on “Amicizia prof alunni su Facebook (di nuovo?)

  1. Io invece vorrei raccontarti la mia esperienza dell’uso di Facebook con i miei alunni. Il nostro istituto è un Ipsia ad indirizzo meccanico ed io credo fortemente che si possa insegnare mediante il fare pertanto da alcuni anni le mie classi sono impegnate nella prototipazione e realizzarione di alcune macchine meccaniche.
    Quest’anno abbiamo realizzato una turbina eolica completamente in alluminio, negli anni passati un panello solare termico, una mini turbina pelton ed altre realizzazione volte ad apprendere l’uso delle macchine utensili. Il lavoro è biennale e parte dalla quarta classe per terminare in quinta con la produzione di una tesina per sostenere l’esame di maturità su quanto realizzato.
    Ora, per mantenere il gruppo informato, il quale è composto non solo dagli studenti ma anche da persone delle aziende metalmeccaniche che ci danno una mano, dalla cittadinanza che apprezza il nostro lavoro (quest’anno abbiamo aumentato le iscrizioni quando tutti gli altri istituti professionali della provincia sono in calo), il metodo più semplice che abbiamo trovato è stato facebook con un pagina dedicata al progetto. E’ vero, potevamo relaizzare un blog ma come sai sarebbe stato molto più oneroso e forse non avrebbe raccolto 80 adesioni di locali che seguono i lavori.
    Ora lo so che ci sono diverse implicazioni da tenere presente ma al momento noi ne siamo molto soddisfatti.

    P.S.: Come amministratore del gruppo soltanto due volte ho dovuto rimuovere alcuni interventi non attinenti.

    1. Grazie per la condivisione della vostra esperienza. E’ proprio questo che intento: lo strumento lo pieghiamo al nostro volere. E’ solo uno strumento. La comunicazione, la privacy e, perchè no? , la vetrina delle nostre attività…la gestiamo noi. Certo poi ci sono tante implicazioni. Ma vietare a prescindere, no

  2. Innanzitutto grazie, Caterina, per aver preso spunto dal mio post per la tua riflessione. Condivido appieno le tue osservazioni ma, come avrai capito leggendo il mio articolo, non posso dar torto al preside dell’ISIS.

    Come ho scritto, bisogna innanzitutto distinguere le amicizie virtuali (i contatti su FB) da quelle reali. Da questo punto di vista, è evidente che i prof che “stringono amicizia” con i propri allievi su FB non fanno nulla di male. Ma il discorso, come si capisce dalla circolare del preside Durì, è un altro: non si può condividere l’ “amicizia” con i propri allievi sui social network se poi si usa questo strumento per criticare (userei, per la verità, un altro verbo, molto meno educato) colleghi e dirigente. Questo nemmeno io lo ammetto perché in questo caso si cerca, in qualche modo, la complicità degli studenti per danneggiare altri.

    Per replicare al commento di Vincenzo Antedoro, nell’articolo del Messaggero Veneto, che ho ripreso nel post, si legge: «Rapporti di amicizia con studenti sono ammissibili solo nell’ambito di gruppi espressamente dedicati all’effettuazione di progetti o ricerche o attività scolastiche». Quindi, come si può capire, non viene bandita tout court l’amicizia tra allievi e docenti, considerando che il web è un ricettacolo di informazioni da condividere a volte estremamente utile. Anch’io attraverso il mio blog comunico con i miei studenti e non lo trovo né disdicevole né inopportuno. Certo, non utilizzo questo canale per sparlare dei colleghi.
    Insomma, come accade in tutte le “relazioni professionali”, utilizzare il buon senso è una condizione indispensabile.

    Grazie ancora e buona giornata.

  3. Le tue mi sembrano considerazioni molto giuste, credo che non ci sia nulla di male (anzi) nello sfruttare i social network per veicolare progetti o per comunicare con i propri studenti o con chiunque altro, l’importante è usare in ogni cosa la testa online come offline

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