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Che ci sta a fare?

Ma allora, se di fatto è il ministro dell’Economia a dettare le linee di politica scolastica e il ministro dell’Istruzione non ha una sua autonomia, ma è direttamente dipendente, viene spontaneo chiedersi “che ci sta a fare”? Che ci sta a fare Mariastella, se prende ordini da Giulio Tremonti e se è lo stesso Tremonti a scrivere o a dettare gli articoli di un decreto legge che di fatto riforma/rivoluziona la scuola italiana? Non è, anch’essa, un costo superfluo? (via)

Una serie di articoli dal post di maria Grazia Fiore.

Utili per approfondire e/o capire cosa succede davvero nel mondo della scuola.

Soli i bambini, sole le famiglie, soli gli insegnanti, tutti umiliati e offesi.

Un articolo sugli “gli sforbiciatori di Tremonti”.

La riforma Gelmini.

5 thoughts on “Che ci sta a fare?

  1. Caterina mi asterrei volentieri ma, come in tutte le famiglie, il problema si sente.
    Primo perchè non investe solo il “settore” come tendono a far credere, secondo perchè anche il mio piccolino di 9 anni mi sta chiedendo perchè mandino via una delle due maestre.
    Ma glissiamo pure.
    La questione è proprio ECONOMICA. Vedi, ad esempio, solo per citare UNO dei cento problemi indotti da queste norme, non ti sembra che svuotare gli organici ponga il problema di come far conciliare questo con il tempo pieno?
    Ah ecco, la rispost ECONOMICA è facile: SCUOLA PRIVATA!

    Quindi, non è un problema di educazione, di professionalità, di metodo, ecc. Ma ECONOMICO!

  2. Concordo con l’analisi di gigicoco.
    Purtroppo la riforma sembra andare proprio verso un graduale (e non troppo lento) smantellamento della scuola pubblica. I fondi tagliati verranno verosimilmente impiegati per sovvenzionare le scuole pubbliche.

    Quello che non capisco è l’eliminazione del valore legale del titolo di studio.
    Ha due facce, e non riesco a collocarne la scelta in questo momento politico.
    Voi che ne pensate?
    A.

  3. Dobbiamo chiederci che senso ha il ritorno al maestro unico nella scuola elementare, guardando per ora solo di scorcio ai gravi danni che produrrà a livello occupazionale. I maestri unici o le maestre uniche, proprio come buoni o cattivi padri e madri, modellano a loro immagine i piccoli alunni, che ne sarà dell’immaginazione divergente, della didattica delle relazioni tra le discipline, delle discipline stesse, ridotte alla misura delle competenze del maestro unico? Proviamo a chiederci perché si era giunti al team docente nella scuola elementare: per offrire modelli diversi, maggiori competenze nei diversi ambiti disciplinari e quindi formazione migliore, per favorire una visione complessa della realtà, per rendere possibile il formarsi di personalità divergenti.
    Ma a cosa serve tutto questo a quanti con i loro soldi potranno supplire ai limiti del maestro unico, affidando i loro figli a maestri privati, ad associazioni culturali, a palestre, a libri, a media avanzati?
    Saranno ovviamente i meno abbienti a risentire di più di questo passo indietro nella preistoria della scuola elementare, non potendo usufruire delle tante agenzie formative a cui si può accedere solo pagando.
    Il team docente poteva servire ad una formazione democratica, ma questo quanto serve oggi?
    Credo che serva molto e sempre sperimentare da piccoli la complessità della vita sociale e la difficoltà nonché la bellezza della vita democratica.
    Serviranno circa 87.000 docenti in meno. E’ questo un problema per qualcuno?
    I 9.000 dell’Alitalia non sono che un piccolo manipolo di fronte alla massa degli 87.000.
    Sapranno capire e far capire che sono ostaggi dello stesso gioco?
    Chi si farà carico di tutto questo?
    Il giornalismo addomesticato punta sull’Alitalia e trascura la scuola.
    Ma dove voleranno i nostri figli e nipoti, se non impareranno prima a volare con la loro immaginazione? Ma come voleranno, se non impareranno prima a capire la realtà e la società in cui vivono?
    Io sono in rivolta contro tutto questo. E voi?

  4. Lorenza, sono pienamente d’accordo. Il maestro unico è indiscutibilmente un passo indietro dovuto solo a motivi economici e non di rivisitazione delle motivazioni che hanno indotto il pluralismo in classe.
    Inoltre, come dici tu, la democrazia non serve più quindi perchè non tagliare per bene dirottando i capitali verso strutture private anche più facilmente controllabili?

    errata: ovviamente nel mio post precedente intendevo “dirottati verso le strutture PRIVATE… “

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