Blogosfera, leggo e condivido, odi et amo, parolando, Web 2.0 e tecnologie

Ci sono le persone oltre lo schermo…

Io stanotte alle 01.45 ho visto un film.  Argomento una delle passioni “insane” della nostra epoca tecnologica: i videogiochi. C’è da produrre il gioco dell’anno: basta con i videogiochini che annoiano. I ragazzini oramai sono abituati a tutto e pretendono qualcosa di realmente violento ed elettrizzante. Ad inventarlo proveranno, reclusi in un laboratorio sigillato, tre maghi dell’informatica. Tutto si complica, però, quando la tuta elettronica da indossare per prendere le misure anatomiche e creare il personaggio in 3D inspiegabilmente si anima a causa del classico cortocircuito da temporale e si trasforma in killer. Il computer che diventa capace di pensare autonomamente. La tuta prende vita, la guerra, dal gioco virtuale, diventa un agghiacciante incubo reale e il mostro va a caccia dei propri creatori. "Il mostro oltre lo schermo", insomma.
Classico stimolo alla discussione: quanto la realtà virtuale ed il passare troppo tempo davanti al computer ci rendono asociali?

Avevo già in mente di parlarne e…coincidenza: una discussione ed un invito a partecipare ad un sondaggio mi giunge stamane: essere bloggers è sinonimo di persone asociali e con qualche problema relazionale?
Secondo me no, anzi. Le mie reti sociali attraverso internet sono praticamente esplose negli ultimi anni, così come la rete professionale. La smania di scrivere e comunicare velocemente non fa trincerare dietro uno schermo e non vivere…anzi…

Andiamo con ordine. L’affermazione "Internet aggrega ma isola" viene fuori da un articolo apparso sull’Unione Sarda. La sociologa Mazzoli si pronuncia sibillina: "Trascorrete il vostro tempo a bloggare? I sintomi sono quelli di chi non ha il coraggio di affrontare il prossimo vis à vis…" e poi si diverte  citando frasi tratte da blog adolescenziali.
C’è di che discutere. Troppo semplicistico ridurre l’esercizio di scrittura sociale del bloggare a questo.

Mantellini capita a fagiolo. L’anteprima del suo consueto articolo su Punto Informatico. Si parla di una indagine che coinvolge la scrittura e i bloggers. E com’è, mia cara sociologa, che vi leggiamo qualcosa di molto più vicino a quanto in parte già conosciamo e sentiamo a proposito del tempo che un blogger passa online e del cosa ci fa in rete?

Infatti, mantenere un blog non appare essere nulla di straordinario. E’ una attività comunicativa “naturale” in tempi di tecnologia diffusa, un po’ come mandare un sms invece di telefonare, è una attività rivolta solitamente verso un numero ristretto di persone in ascolto, i nostri 5 lettori per dirla alla Manzoni. Bloggare è una attività “di racconto” che occupa una frazione molto piccola della propria giornata. Non stiamo certo tutto il tempo in rete a cercare argomenti da postare o immersi nella scrittura solipsistica (neanche fossimo novelli Leopardi…).
E non bisogna neanche essere chi sa quanto tecnologici per farsi un blog. Occorre solo una buona dose di creatività e la voglia di comunicare, quindi mettere in comune qualcosa di sè. Con altri che ne hanno voglia e piacere. Dietro ogni computer connesso c’è sempre una persona, guai se così non fosse. Che poi molti siano anche adolescenti lasciati liberi di utilizzare a piacimento l’ADSL di famiglia sposta il problema, secondo me, sul quanto i genitori conoscono della rete e non sul troppo uso che i figli ne fanno.

Sempre Mantellini ci spiega che un blog serve a "condividere la propria voce e le proprie esperienze al mondo". Chi sono i blogger allora?
Ripeto, è facile e credo sociologiacamente semplicistico descrivere i bloggers come adolescenti o post adolescenti che riversano in rete i propri diari segreti come fino a qualche anno fa si faceva con la Smemoranda. E’ facile associare anche mentalmente il concetto di immersione totale in un mondo virtuale fatto non di persone ma di bit che porta inesorabilmente all’isolamento ed alla asocialità.
I bloggers sono "una vasta platea di persone, prevalentemente giovani (oltre il 50% ha meno di 30 anni), che occupa una quota del proprio tempo on line condividendo opinioni, esperienze e gusti per la semplice voglia di farlo. Produttori di contenuti – non ha molta importanza di quale livello – che si sottraggono per almeno una frazione della propria giornata al martellamento incessante della TV per trasformarsi essi stessi in “emettitori di segnale”.

Che ne pensate?


20 thoughts on “Ci sono le persone oltre lo schermo…

  1. Ho commentato su “precariamente”. A parte il fatto che buona parte dei bloggers che frequento sono più o meno miei coetanei (compio fra poco 44 anni), come ho scritto nell’altro blog, trovo che i sociologi debbano smettere una volta per tutte di scrivere di psicologia, dal momento che non ne capiscono davvero meno di niente…

    Comunque ti ho aggiunto fra gli amici.

  2. spero che sia cosi, altrimenti, non esisto? mi piace leggere e mi piacerebbe essere letto. Mi meraviglio della possibilita’ di raggiungere tante persone in un botto. sempre se leggiamo anche gli altri, altrimanti non scopri niente.

  3. Sull’utilizzo della Rete se ne parla da anni in campo psichiatrico. Tuttavia, ad oggi, sono veramente pochi gli pschiatri in grado di analizzare il fenomeno con le dovute differenze comportamentali. E parliamo di medici!

    Del resto c’è da considerare come il fenomeno Blog sia frutto della società attuale, in cui l’incapacità all’ascolto limita i bisogni dei singoli individui. I dialoghi ragionati infatti sono abbastanza limitati anche sui blog, dove certe ansie sono mal celate e manifestano spesso la sordità dilagante. Tuttavia il mezzo è un preziosissimo veicolo per esternare ciò che altrove non viene ascoltato e se certi sociologi esprimono opinioni deviate e devianti il motivo è unicamente la scarsa conoscenza del contesto.

  4. Condividere le proprie idee, opinioni, esperienze con gli altri, necessita di una certa apertura.

    Comunque non metterei sullo stesso piano le relazioni sociali e quelle su internet. Perchè si parte da protocolli comportamentali diversi. Su internet non devi essere qualcuno per essere letto. Basta saper scrivere.

    Aldo

  5. Per me dipende da come usi la rete.

    Se le tue conoscenze sono “solo” provenienti dalla rete o dai Blog e se comunichi “solo” con questo mezzo, un problema di socialità c’è.

    Baci

    Marilù

  6. Totalmente in disaccordo con la sociologa!

    Trovo che sia un utile esercizio per imparare a farsi capire!

    Se scrivi per te stessa e lo fai male ti comprendi ugualmente ma se vuoi raggiungere un pubblico più vasto devi imparare ad intigrare, ad essere comprensibile e sono cose che poi tornano utili nella vita fuori dalla rete. L’importante è ricordarsi anche della vita “fuori” dal monitor.

    Bye

    Viviana

  7. Ognuno di noi ha sicuramente una vita fuori dal monitor. La vita davanti alla tastiera è una estensione della nostra persona, ma non sostituisce la nostra persona, o almeno non dovrebbe. Certo chi è poco sociale di solito, in rete non è che esplode in relazioni varie ed eventuali. Magari userà il messenger per chattare, ma chatterà con persone conosciute o che abbiano i suoi stessi interessi. Parteciperà a discussioni, forum e blog. Forse ne terrà uno di blog. Di solito si cominicia a scrivere per sè. Non le mettiamo sullo stesos piano , certo, le relazioni sociali. Ed è anche verificato che solo internet, chiusi in casa non è sintomo di socialità. la verità è sempre nel mezzo, un giusto bilanciamento di internet come mezzo di comunicazione, per sè e per gli altri. Ma non sostitutivo. Io penso che se si è comunicativi normalmente…lo si è anche in rete.

  8. qualche dubbio interviene comparando i post…

    il web non isola ma se è vero come è vero che ti incazzi quando incontri una persona capace e brillante come la “furba e rompi…” vuol dire che comincia ad esserci un problema di relazioni sociali.

    (scherzo, per carità!) era per socializzare.

  9. no no nessun problema di socialità…anzi la furba e rompi cerca sempre di attaccar bottone con me ed io se mi trovo incastrata…mi relaziono con lei come se nulla fosse 🙂 certo ammetto che appena posso scappo

  10. bè io quando posso organizzo cene…e mi piacerebbe tanto partecipare ad uno degli incontri tra blogger che ogni tanto si organizzano in giro…peccato che i blogger si vedano al 90% in zona milano. Mi faccio promotrice di una pizza dei blogger meridionali…chi ci sta?

  11. utente anonimo pasqualeorlando…nel senso che ci saresti se fosse in una di queste 4 regioni? anche io… 🙂

  12. in quel senso. dopo le vacanze, fine agosto inizio settembre.

    possiamo organizzare un evento semplice ma diffuso in un posto raggiungibile anche da persone non pendolarizzate permanentemente. tu potresti occuparti della piantina stradale… tra candela, lauria io sceglierei maratea.

  13. napoli va meglio che per la lucania già vado abbastanza in giro da sola 🙂 si la piantina la posso fare io … chi ci sta?

  14. per Napoli non serve la cartina.posso organizzare con semplicità. aderite tutti all’appello di Catepol.

    (lo rilanciamo in giro? )

  15. si pensiamolo meglio e rilanciamolo in giro: settembre, bloggers delle 5 regioni, napoli o altro luogo facilmente raggiungibile ai più…

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