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Nativi digitali: come cambia l’insegnamento

Chiunque sia entrato di recente in una classe, ha conosciuto il tipo di nativi di cui si parla in questo articolo. Si tratta dei cosiddetti "natives" (Prensky 2001), ovvero quei ragazzi nati a partire dagli anni ’80, cresciuti in mezzo a personal computer e Internet: la prima generazione di giovani socializzati all’uso di una tecnologia da una generazione di adulti che non ha avuto il tempo di comprendere pienamente le logiche di questi nuovi media (Jenkins 2006).

Un articolo di Fabio Giglietto (citato anche da gg) su Indire che invito a leggere.

Oggi lo spazio in cui i nativi digitali passano il loro tempo è questo: si muovono con disinvoltura fra lo spazio geografico dei loro genitori e quello mediato di rete. In questo ambiente ibrido socializzano, fanno esperienze, giocano, apprendono. Ecco, apprendono.

In questo scenario si inserisce il progetto Taccle (Teachers’ Aids on Creating Content for Learning Environments), un progetto multilaterale Comenius con l’obittivo di produrre sotto licenza aperta e liberamente modificabile un manuale, un wiki e un corso pilota rivolto agli insegnanti europei in cui si proverà a spiegare ad essi come utilizzare lo spazio mediato della rete e del web 2.0 come ambiente per l’apprendimento.

Le tematiche del corso spazieranno dallo scrivere per il web, all’aprire e gestire un blog, dal comprendere le logiche dei social networks e di Wikipedia, al costruire materiali didattici basati sul riutilizzo creativo delle risorse esistenti (mashup) ed infine al sapere come distribuire i propri contenuti in rete applicando ad essi le licenze Creative Commons

E’ di fondamentale importanza formare gli insegnanti su queste tematiche e su come le tecnologie e la rete possano diventare strumenti efficaci nei processi di apprendimento insegnamento. Nel mio piccolo, ho modo di sperimentare quando faccio formazione docenti quanta voglia di apprendere ci sia nella classe docente italiana e soprattutto di creare ambienti di apprendimento più consoni a quelle che sono le dinamihce che gli studenti, i nativi digitali, vivono quotidianamente. Lo scopo principale del progetto TACCLE è proprio quello di formare i docenti su come creare contenuti di qualità che permettano un utilizzo proficuo di questi nuovi ambienti di apprendimento.

Tutti i docenti interessati possono collaborare al progetto Taccle entrando in contatto con i partner, frequentando e commentando il sito e, soprattutto in questa fase iniziale di ricognizione dei bisogni, dedicando qualche minuto alla compilazione del questionario online per raccogliere – a livello europeo – informazioni sulle conoscenze, le abilità ed i bisogni dei docenti che utilizzano (o meno) gli strumenti Internet nella loro attività di insegnamento e per comprendere le loro reali esigenze formative.
 

2 thoughts on “Nativi digitali: come cambia l’insegnamento

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