Catepol, leggo e condivido, parolando, varie ed eventuali

Perchè leggere? RELOADED (un mio vecchio post del 2007)

Perchè leggere un blog?

Semplicemente perchè no? Ed è la stessa risposta per la domanda: Perchè leggere un libro? Perchè leggere i giornali? Perchè leggere tutto quello che ti capita a tiro? Per curiosità. Per imparare qualcosa di nuovo. Per consolidare qualcosa che già si conosce. Per entrare in relazione con altre persone e coi loro pensieri. Per far circolare idee. Per avere modo di conoscere punti di vista diversi dal nostro, perchè no, insomma? Che c’è di male? C’è molto di bene, sicuramente.

E provo a raccontare una storiella.

C’era una volta una bambina, una casa piena di libri e carte chè suo padre aveva (e ha) sempre carte in giro per la casa. Insomma un mondo di lettere assemblate in parole tutte riunite su pagine rilegate sotto copertine più o meno rigide. Che ci sarà mai scritto su? Perchè le leggono sempre? “Fammi capire” disse fra sè e sè quella bambina. C’era una volta una bambina che imparò a leggere dalle grandi lettere dei cartelloni della pubblicità per strada, dalle insegne, chiedendo con curiosità che c’era scritto, e imparò a scrivere in stampatello ricopiando le lettere che componevano parole interessanti, assemblando le sue prime parole, sicuramente adeguatamente stimolata da chi alle sue domande forniva risposte, stupendo la maestra dell’asilo+primina un giorno che non c’erano bambini di primina per il gioco del silenzio a scrivere i nomi dei cattivi alla lavagna quando quella bambina dell’asilo disse “Li scrivo io” perchè, in stampatello, ma sapeva veramente associare le lettere in parole e nomi. E questa cosa aveva un che di magico per lei.

C’era una volta una bambina alle elementari che leggeva tutto quello che le capitava a tiro per curiosità, perchè aveva capito che c’era sempre da imparare a leggere le cose. Perchè voleva saperne di più. C’era una volta una bambina che quando esauriva giornali e riviste, soprattutto quando era con i suoi a far visite di cortesia in altre case e per educazione non poteva metter mano su scaffali e librerie, c’era una bambina che dicono fosse sua abitudine anche sfogliare e leggere l’elenco del telefono alla ricerca di nomi strani, di persone conosciute o sconosciute, per il piacere di leggere e far volare la fantasia, perchè anche da quella lettura ricavava la piacevole sensazione di aver scoperto qualcosa, di aver imparato qualcosa.

C’era una volta una ragazzina alle medie che, prendendone in prestito almeno due a settimana, da “Piccole Donne” all'”Incompreso” passando per tutte le collane di avventure per ragazzi e ragazze, esaurì presto i tioli a disposizione della biblioteca scolastica.

C’era una volta una  liceale che leggeva di tutto di più, si appassionava ai classici e non della letteratura italiana ed inglese, basta che erano leggibili ed utili per passare il tempo (più o meno della serie “Basta che respirino…” il concetto è quello). C’era sempre questa liceale che si annoiava a seguire i ritmi lenti di una classe in cui i prof dovevano oltre che spiegare anche interrogare e quindi rallentare il programma. La liceale sai che faceva? Andava avanti da sola se qualcosa le interessava o le piaceva particolarmente. Aveva letto, ad esempio, tutto il capitolo di Sant’Agostino oppure sapeva già tutto di Kant e del suo pensiero, quando ancora la prof aveva assegnato per casa solo la vita e le opere e tutti borbottavano che erano troppe pagine da studiare. Così poi seguiva meglio le spiegazioni, così poi poteva intervenire, ma non era secchiona, no, no.

C’era poi una studentessa universitaria che nell’ora di treno all’andata e nell’ora di treno al ritorno, moltiplicato per tutte le volte che frequentava, ha acquistato e letto qualcosa come tutta la serie dei poeti della Newton Compton (li ricordate…solo 4900 lire mi pare) così come i millelire (eh si sa che gli universitari devono centellinare le risorse economiche) per poi acquistare libri su libri, in italiano ma anche in inglese (un po’ meno in francese), chè un’altra lingua ti apre altri mondi non solo cognitivi da esplorare.

C’era una volta una donnina fresca di studi, fresca di Master, fresca di Internet e appassionata di tecnologie. C’erano una volta i primi blog (mi pare fosse la fine del 2002) e ci sono oggi milioni di blog.

Lettura e scrittura finalmente non sono riservati a pochi. Idee e parole che circolano, link, segnalazioni, riflessioni, serendipity di link in link che ti porta o dove volevi arrivare o dove non avresti mai pensato di arrivare. Chiamala sete di conoscenza, chiamala curiosità, chiamalo piacere della lettura, di mettere in moto il cervello…chiamala come vuoi.

E se una volta la mamma le diceva “Ma sempre con un libro in mano stai?” ora le dice “Ma sempre con questo computer stai?” poco cambia. O meglio è cambiato lo strumento di lettura, è cambiato l’accesso alle risorse leggibili, ma non è cambiata la sostanza. Il bello è che i blog li leggi anche dai feed, quindi con un feed reader riesci a seguire tutte le conversazioni e le tematiche che ti interessano in pochi click, le informazioni vengono da te, non sei più tu a scovare loro (anche se questa attività di ricerca su web ha sempre il suo fascino per il navigatore e sempre le sue soddisfazioni). Ecco che le risorse, i segnalibri, le frasi sottolineate, i concetti importanti vengono condivisi di blog in blog, modificati, riletti con altre chiavi…E poi hai sempre la possibilità di recuperare e di stare al passo anche se ti assenti dal web per qualche motivo.

Insomma, e concludo, se non ci fossero i blog, per quanto mi riguarda, comunque leggerei altro, come ho sempre fatto. Solo che ci vorrebbe più tempo e forse anche più soldi, solo che ritornerebbe ad essere una attività, seppur piacevole, di lettura solitaria con molte meno occasioni di confronto con altri. La blogosfera che ognuno abita o semplicemente segue, ti fa trovare presto informazioni e notizie, ti aggiorna in tempo quasi reale sui fatti importanti successi, veicola idee e proposte, presenta persone con cui trovare affinità o meno, fa da filtro su determinati argomenti di interesse, stimola continuamente alla conversazione, diverte. Ecco…alla fine è un piacere leggere un blog. Ma aggiungo che per leggere tutto e partecipare a tutto, it takes time! Ma è tempo ben speso!

Un post di @catepol sul blog di splider succedeacatepol.splinder.com  del 20 febbraio 2007

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