Catepol, Egopost, parolando, personale, Sempre di corsa, varie ed eventuali

Evviva la resilienza

Pensavo a un #catebilancio2015 e la prima considerazione che faccio è: è stato un anno più complesso del 2014 che a sua volta era stato più complicato del 2013. Immagino anche di salire ulteriormente di livello in termini di complessità nel 2016. Altrimenti non c’è gusto.
Oramai sono esperta in bilocazioni, non so più chi sono. Anzi no: lo so benissimo chi sono, dove sono, quando sono e so anche “quando sto andando”. Perdonate l’adattamento della citazione dal Quelo guzzantiano. Tante risposte sono solo dentro di me, giuste o sbagliate che siano. Intrapresa una avventura si procede e si impara.

Meno male che con le inferenze me la cavo va (o provo a cavarmela).
E capirne un minimo (tra le altre cose) di linguistica e testi, psicologia e comportamenti, comunicazione verbale e non verbale, consonanze e dissonanze, social media “qualcosa”, relazioni tra persone, coordinamento di attività, varie ed eventuali, mi aiuta tanto. Soprattutto a mettermi alla prova, più di quanto mi ci mettano gli altri.
E ad ascoltare.

Nei momenti più importanti e intensi dell’anno appena concluso ho finito i dati di wind sull’iphone tante di quelle volte e non per cazzeggio. Ma sono andata avanti lo stesso e ho fatto cose che voi umani, con la connessione a manovella, non potete neanche immaginare.

Certamente è stato un anno diviso esattamente a metà. Dal primo luglio son passata da una vita movimentata a una vita frenetica, e frenetica è un eufemismo. Avanti così, la decisione è mia, la sfida era da cogliere.
Un anno. Sicuro che così pieno è stato solo di 365 giorni il 2015?

change

Nel #catebilancio2015 ci va di diritto la capacità di reperire informazioni che non ho, ovviamente al volo, insieme alla capacità che sto sempre più affinando della lettura del pensiero.
Ci vanno tante di quelle parole pensate, scritte, verificate, pubblicate, inoltrate ma anche doverosamente taciute.

Mi porto quindi nel 2016 soprattutto questo: imparare sempre, cambiare quando occorre, rimanere concentrati, procedere. Sempre e comunque. Focalizzati sugli obiettivi, che si portano a termine senza troppe chiacchiere.
Tanto, qualunque cosa fai arriverà sempre puntualmente qualcuno a dirti che hai sbagliato e che avrebbe fatto meglio. Nel 2016 continuerò a fregarmene.
C’è tanta di quella gente dice solo “io, io, io”. Io sono contenta, invece, di saperlo mettere da parte se serve, quando serve, quando si deve. Ne esce anche rafforzato, il mio io.
Quelli che avevano da ridire e a cui non andava bene nulla nel 2015 me li ritroverò ancora, quotidianamente, pronti a ridire, a lamentarsi, a risentirsi. Nel 2016 continuerò a fregarmene.
Quelli che sui social concordano con tutto e il contrario di tutto, quelli che sparano a zero su qualunque tema, quelli che vogliono avere sempre ragione, che non ascoltano, che non comunicano altro che livore, non rendendosi conto che gli altri se ne accorgono, me li ritroverò ancora tra un tweet e l’altro.
Nel 2016 continuerò a fregarmene.

Ho imparato a far tante di quelle cose in silenzio e velocemente che poi…puff… sembra accadano e basta.
L’importante è che…puff…siano fatte davvero bene.
E non importa che siano seguite da un grazie.
Mi importa solo che siano fatte bene.

Cosa mi porto ancora dal 2015 al 2016?
Immateriale, molto immateriale e molto “essenziale invisibile agli occhi”.
L’importante è continuare a far bene, l’essenziale.

E imparare, tanto.
Ah sì, e riprendere a leggere e a scrivere per me.
E a studiare, pensando al presente ed al futuro, pronta ad essere resiliente, positiva, propositiva e pragmatica in ogni momento.

Già, evviva la resilienza e buon 2016 a tutti.

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