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Blog e scrittura secondo Hank Moody in Californication

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Immagino abbiate visto qualche puntata della serie TV “Californication” incentrata sul personaggio di Hank Moody (David Duchovny), affermato scrittore newyorchese in piena crisi creativa ed esistenziale che sfoga tutta la sua rabbia e frustrazione nel sesso compulsivo, concedendosi continue avventure di una notte, e nella scrittura (per quanto lui non la consideri tale) di un blog per Hell-A Magazine.

Ecco, in questo spezzone di video si parla di scrittura, blogging, come le tecnologie e internet ci hanno cambiato la vita. Forse in peggio, secondo Hank Moody. Un po’ forte.

La paura è che la gente da quello che bloggiamo, twittiamo, postiamo in bacheca su Facebook, tumblriamo, friendfeediamo ecc. ci veda dientare sempre più scemi.

Le persone non scrivono più, bloggano. Non parlano, chattano. La punteggiatura è inesistente quanto la grammatica…

Mi sembrano solamente un branco di persone stupide che cercano di pseudo-comunicare con altre persone stupide…

Che ne pensate?

4 thoughts on “Blog e scrittura secondo Hank Moody in Californication

  1. Molto interessante. Credo sia parte del rischio (o del gioco che dir si voglia).
    La deriva si può evitare se si parte con idee chiare e fini alti. Altrimenti davvero finisci col parlare di sedano e prezzemolo. Liberissimi di farlo, certo. Ma vorrebbe dire gettare al vento delle opportunità mica da ridere…

  2. Io penso che Hank Moody ha ragione. Ma solo da un punto di vista.

    E’ proprio vero che la gente sta usando una “protolingua” simile a quella dei cavernicoli, con tutti i xkè, nn, btw, ecc, questa è sicuramente una cosa negativa importata dagli sms ma sta peggiorando per via di Twitter (i classici 140) e il microblogging.

    Non mi è mai piaciuto lo speed-writing, se così si può chiamarlo. La gente prima di scrivere dovrebbe perlomeno attivare il cervello. Se non altro almeno per farsi capire dagli altri.

  3. io cerco di scrivere in italiano corrente (o in inglese se capita) sempre per farmi capire…anzi i 140 caratteri per me sono un grande gioco per sperimentare quanto riesco a dire in poche parole, quanto riesco a comunicare e interessare, quanto riesco a colpire, velocemente la mia platea di lettori vari. Anche quando cazzeggio.

  4. Pingback: La controfigura delle seghe « Scrivere è sexy | Cristiana Danila Formetta Blog

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