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Docenti, scuola e tecnologie. Alcune riflessioni

 

 

PuntoEdu è l’ambiente di apprendimento online che il Ministero della Pubblica Istruzione ha costruito in questi anni ed utilizza per la formazione in servizio e mediante e-learning di tutto il personale che lavora nella scuola.

Il sistema di formazione è ora confluito in un contenitore più grande che è "For – Formazione continua", per cui gli utenti iscritti sia a For che ad una o più formazioni di Puntoedu, riceveranno un unico login che gli permetterà l’accesso a tutti gli ambienti di formazione a cui sono iscritti.

In questo momento storico sto aspettando di accedere al Corso Neoassunti 2008. Per accedere ho bisogno di una password. La password me la darà la scuola. Fin qui la procedura. Se non fosse che io ho già idea di cosa mi aspetta sia come corsista che come esperta e-learning che la formazione di Indire e la progettazione dei percorsi e-learning la studiò al master come caso e che spesso e volentieri viene chiamata come formatrice a spiegare a colleghi più "anziani" in varie scuole come funziona l’e-learning. Ricordate questo post?

Non aggiungo altro. Solo che prima acquisisco i miei crediti meglio è. PuntoEdu e il corso neo-assunti sono solo il punto di partenza per le riflessioni che seguono.

La scusa per questo post me la dà un articolo di Pier Cesare Rivoltella sul monitoraggio dei Corsi PuntoEdu da cui voglio estrapolare alcuni dati (i corsivi sono di Rivoltella).

1. L’età media di immissione in ruolo si conferma essere di 42 anni, in linea con lo scorso anno (con il 47% degli insegnanti neo-immessi che ha un’età compresa tra i 36 e i 45 anni). Si tratta di un dato che suggerisce l’idea di un precariato lungo (13-15 anni).

Quindi io a 32 anni sono fortunata? Se pensiamo che il concorso l’ho fatto nel 2001, quindi quasi 7 anni fa, non credo di essere stata fortunata. Qui entriamo però in un discorso troppo vasto delle politiche di assorbimento e delle assunzioni del Ministero della Pubblica Istruzione.

Certo è che la gavetta che un docente fa prima di arrivare al ruolo effettivo è una specie di noviziato che mette in contatto (in rete? magari…ma così non è) con colleghi e contesti scolastici differenti. Questa lunga incubazione per quella che è la mia esperienza, porta invece a crisi e demotivazione facendosi premessa di un “allentamento” generale della tensione educativa una volta ottenuto il posto tanto agognato: insomma, come nei fidanzamenti troppo lunghi, al momento di renderli definitivi ci si accorge di essere cambiati moltissimo e alla fine o si allestiscono legami fallimentari o si finisce per lasciarsi.

2. Le competenze tecnologiche degli insegnanti.  Si può parlare di una sicura familiarità raggiunta con gli strumenti dagli insegnanti. Gli editor di testo (Word), il browser per navigare in Internet e la posta elettronica sono per così dire “migrati” dentro le pratiche quotidiane di oltre l’80% degli insegnanti. Questo significa che l’ambiente informatico è ormai lo spazio abituale entro cui redigere testi (editor), cercare informazioni (browser), gestire la comunicazione con i colleghi e gli studenti (mail).

(foto di Design Online Content)

Il modello blended, parte in aula e parte on line, sembra godere di larghissima condivisione.

Confrontando il dato con quello del 2001-2002 sicuramente i passi avanti sono molti, per la categoria e il rapporto di odio/amore con le tecnologie. Allora vi era scarsa dimestichezza con il computer, uso praticamente nullo della navigazione in Internet, diffusa resistenza (se non avversione) a una formazione che non fosse in presenza.

Venamo al punto chiave, secondo me.

La crescita delle competenze informatiche e telematiche di base non significa ancora che gli insegnanti presentino una sicura e diffusa capacità di impiegare le tecnologie nella loro didattica. Basso è ad esempio l’impiego degli strumenti di condivisione (forum e chat), ancora lontana la capacità di pensare alle tecnologie realmente come a risorse nella classe.

Questo è infatti quello che vedo intorno a me, a scuola. La competenza si riassume in:

a. scrivere su Word (conoscendo il 10% delle funzioni: grassetto, corsivo allineamento e dimensione carattere. Pochi riescono a fare altro.)

b. aprire internet, di solito la pagina di Google e cercare. Se non è Internet Explorer non è Internet, ti vanno in confusione. Se è una ricerca, accontentarsi del primo risultato, di solito Wikipedia, riconosciuta come enciclopedia di Internet, senza alcuna riflessione sull’affidabilità o meno di quello che c’è scritto nella voce a cui si fa riferimento.

c. aprire www.istruzione.it per vedere se è arrivato il cedolino dello stipendio online. Questa voce dovrebbe essere "Aprire la posta elettronica" ma vi assicuro, nell’80% dei casi è "Fammi controllare il cedolino". La posta elettronica resa obbligatoria per i docenti è principalmente questo.

d. organizzare elementari presentazioni PowerPoint

e. avere una chiavetta USB ma nel 75% dei casi non sapere in quale porta inserirla

f. bloccarsi e chiedere aiuto se la stampante non stampa per un qualunque motivo.

g. bloccarsi e chiedere aiuto all’apparizione di mille pop-up di robe che ti chiedono di installare exe (e qui apro una parentesi: ma dove diavolo vanno a cliccare per ritrovarsi sempre questo tipo di pop-up???)

h. chiedere al guru di turno (il/la collega più smanettone e disponibile) "come si fa", "puoi farmi questo al computer", "puoi vedere perchè non mi legge la chiavetta", "mi masterizzi questo" oppure spalancare la bocca "Oh il sito della scuola, certo che ci sai proprio fare col computer…"

i. girare ancora con dei file in floppy disk (giuro esistono ancora) che nei comuni portatili non puoi infilare

Sto generalizzando, ovviamente. Son le cose che vedo attorno a me. E spesso cerco di insegnare a qualcuno quello che so, per svezzare ad un uso più consapevole del computer a scuola, cerco di far capire che non morde, che tutti siamo in grado.

Ci sono tantissimi colleghi oramai che di tecnologie ne capiscono tanto e aiutano gli altri. E meno male! Ci sono tantissimi colleghi/e che si occupano delle metodologie per la didattica multimediale e online, molti che tengono interessantissimi blog, siti, animano forum, community ecc. Però non sono, purtroppo, la maggioranza. Nonostante i GROSSI numeri formati dal Ministero, Indire e PuntoEdu in questi anni.

Risulta chiaro quanto lavoro resti ancora da fare per costruire una cultura ICT nella didattica e per far maturare negli insegnanti consapevolezze di uso critico e creativo tanto delle risorse disponibili nei giacimenti telematici (Information Literacy) quanto delle opportunità straordinarie dei media digitali in funzione dell’espressione (Digital Literacy).

3. Il modello formativo di tipo sociocostruttivista, una prospettiva didattica l’apprendimento si costruisce attraverso una forte contestualizzazione e una marcata sporgenza verso le attività di tipo collaborativo.

Il forum nei corsi PuntoEdu non funziona. Il 40% degli utenti non scrive un solo messaggio. I forum moderati del corso “Neo-Assunti” ottengono solo il 44% di valutazioni positive, una percentuale addirittura inferiore a quella già non entusiastica espressa negli scorsi anni.
La Classe Virtuale viene usata in maniera ridotta (solo il 20% degli utenti dichiara di utilizzarla) e spesse volte impropria (molti tutor la utilizzano solo come bacheca-avvisi).

Le ragioni di questa difficoltà sono diverse. Gli insegnanti hanno bisogno di crescere ancora nella loro cultura tecnologica. Il forum e la comunicazione sincrona non fanno ancora parte della loro normale attività, non appartengono alla loro quotidianità, quindi risulta difficile ottenere che ne facciano un uso appropriato all’interno della formazione. Lo scarso tempo a disposizione dei corsisti in relazione alla durata complessiva dei corsi rende impossibile l’acquisizione di un modus operandi sufficiente perché essi comprendano il senso di uno spazio come il forum e mettano in pratica alcune delle possibilità che esso può offrire. Il forum richiede insomma tempi più distesi di quelli attualmente disponibili. (foto di Luis Maria Sunsundegui)

E’ d’obbligo a questo punto cominciare una riflessione di ampio respiro che coinvolga il senso stesso del fare e-learning nella formazione degli insegnanti. Probabilmente occorrerà rovesciare il tipo di approccio: dove l’e-learning 1.0 è consistito praticamente nel cercare di portare gli utenti a maturare certi usi della Rete e di conseguenza di applicarli per quanto possibile alla didattica, l’e-learning 2.0, mediante l’infinità di strumenti oramai disponibili, deve consistere nella riprogettazione delle attività di Rete attorno all’utente

Io domani ci provo. Vado a formare un po’ di colleghi/e su progettazione e tecnologie. Vado a diffondere un po’ di cultura di rete e proverò a coinvolgere su queste tematiche. Cercheremo di capire con loro perchè tutti i progetti adesso passano per via telematica e come si fa.

Vediamo che succede. Non conosco il mio pubblico. So solamente che avrò davanti un bel gruppo di docenti di scuola media e superiore.

Vi racconterò.

 

2 thoughts on “Docenti, scuola e tecnologie. Alcune riflessioni

  1. Pingback: e-learning per tutti » Blog Archive » Docenti e tecnologie
  2. Carissima, un salutone.
    Non avevo ancora letto i tuoi messaggi perché i miei blog in questo momento sono trascuratissimi… proprio per colpa dell’ambiente puntoedu! Ho fatto la tutor in un corso blended (digiscuola) e adesso sto seguendo il poseidon (apprendimenti di base area linguistica) come corsista. Fra qualche giorno inizierò  come tutor un corso pon (piano operativo nazionale) poseidon, con un seminario d’apertura a Bari… concordo con tutto quello che scrivi. Una delle mie corsiste aveva addirittura la casella email disattivata per inutilizzo!

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